venerdì, febbraio 21, 2014

Gattaca

- Come ci indica il titolo (composto dalle lettere iniziali delle quattro basi azotate di cui è costituito il DNA: adenina, guanina, citosina e timina) si tratta di un film di fantascienza, ambientato in un futuro prossimo; una società divisa tra chi è nato geneticamente stabilito e chi con un patrimonio genetico naturale. Esistono i validi, umani dal corredo genetico perfetto, che ricoprono i ruoli più importanti della comunità e i non-validi delegati ai lavori più modesti. Questa è la storia di Vincent, nato alla "vecchia maniera", senza intervento genetico, che ha ereditato lo stesso malore del padre che potrebbe fermargli il cuore da giovane. Il suo strazio è che fin da piccolo sogna lo spazio, ma non può realizzare il suo obiettivo per la sua insufficienza genetica, mentre il fratello Anthony, concepito in seguito con la pianificazione, potrebbe farlo. La determinazione di Vincent è tale che con uno stratagemma, aiutato da Jerome, individuo perfetto che gli fornisce il corredo genetico adeguato, - ma costretto alla sedia rotelle, l'imprevisto alieno alla natura e non calcolabile con codici matematici- cercherà di entrare a Gattaca, ente che forma astonauti e promuove missioni spaziali.

- La vicenda si tingerà di giallo e avrà alcuni snodi narrativi ben gestiti, come ad esempio l'incontro con la collega Irene. Uma Thurman fa il suo lavoro con semplicità, riuscendo a rendere molto bene il graduale approfondimento della psicologia del suo personaggio. Mentre l'evoluzione del carattere di Jerome è gestita sapientemente dal regista che indovina abilmente i tempi narrativi e Jude Law è bravo nel far trasparire le sue diverse sfaccettature. Infine l'interpretazione di Ehan Hawke sfiora quasi la perfezione; dalla mimica facciale, all'indicato contegno accorto e disciplinato, alla passione che si intuisce dietro la profonda introversione di Vincent. La sua figura emblematica è il simbolo della rivolta di chi, umanamente dotato di grande forza di volontà, si batte per capovolgere i dettami di questa società assurda, tentando di dimostrare come i limiti che la natura ci impone possono essere aggirati e superati.


- Profondamente impegnato ed espressivo, con le raffinate musiche di Michael Nyman, ben intonate al racconto, il debutto alla regia del neozelandese Andrew Niccol, d'annata 1997, merita di essere considerato un classico del suo genere. Fantascienza “seria” alla Ballard, piena di filosofia e morale, Gattaca è intensamente essenziale e minimalista, curato in ogni dettaglio, con costumi e acconciature che fanno molto noir e una sceneggiatura solidissima, dove ogni battuta è fondamentale. Asciutto nelle scenografie, fatto di una fotografia algida, che esalta tonalità spente durante il giorno, e luci e colori accesi durante la notte, con effetti speciali quasi a zero; e proprio qui sta tutta la sua eleganza e misura. Una pellicola che va oltre l'immaginabile e riesce a tenerci sul filo del rasoio per tutto il tempo, fino alla memorabile apoteosi finale. Alla fine non finisce; alla fine, trovi un bacio.

martedì, febbraio 18, 2014

The Wolf Of Wall Street

The Wolf Of Wall Street


Mmmh... mmmh... mmmhmmmh…
Chi è già stato al cinema ad aggiornarsi su Martin Scorsese, già starà immaginando la scena. Perché tutti ne parlano, tutti rimasti incantati da “The Wolf Of Wall Street”, e l'espressione “sniffare cocaina dal culo di una prostituta” spopola velocemente. Perdonate la volgarità, ma se state leggendo una critica di questo film, non credo abbiate problemi con il linguaggio spinto.
A quanto pare Terence Winter, per la terza volta alla sceneggiatura cinematografica, ha deciso di battere il record per il numero di volte che viene pronunciata la parola “fuck” in un film narrativo MA, ma... si è dimostrato all'altezza di tanti altri. 3 ore abbastanza scorrevoli e piacevoli. Le scene sono molto ben costruite e i momenti divertenti sicuramente non mancano. Non per questo, però, impeccabile. Nella parte finale del film il ritmo è un po' altalenante e del finale rimane oscura l'intenzione. Nel complesso una piccola pecca che può anche essere trascurata.
Quinta collaborazione con Scorsese, Leonardo Di Caprio evita ancora di deludere le platee. Con un fascino ormai lontano da quello di Jack Dawson si cala in un personaggio che riesce a gestire perfettamente in tutte le sue sfumature. Resa alla perfezione la trasformazione del Jordan Belfort ragazzo normale nello squalo, o meglio lupo, di Wall Street. Potrebbe recitare con una benda sugli occhi, la sua bocca da sola riuscirebbe comunque ad interpretare il film meglio di molti.
L'altra lode va al secondo candidato alla statuetta: Jonah Hill. Stupendo nell'esprimere quella che è stata una geniale scelta di casting e un ancora più geniale sviluppo del personaggio di Donnie Azoff, l'aiutante magico proppiano che trasporta e guida Jordan Belfort verso le più assurde depravazioni.
Apprezzata l'apparizione di McConaughey che ci regala una delle scene più belle del film, nonostante il personaggio sia il classico americano del sud che per l'attore non deve essere un grosso sforzo impersonare. Questo lo saprà soprattutto chi è abituato a sentire la sua vera voce.



Passiamo alle note dolenti.
La collaborazione tra Scorsese e l'editor Schoonmaker sembra giunta al termine. Il montaggio originale del film è di 4 ore, troppe per le sale, che sono state ridotte a 3 ma senza sofferenza per gli occhi. Pare che l'editor abbia preferito perdere molti raccordi tra altrettante inquadrature pur di lasciare qualche scena in più nel montaggio finale. La pellicola è sicuramente veloce e non stanca, ma talvolta qualche secondo in più avrebbe potuto rendere il tutto più gradevole. Avrebbe concesso allo spettatore un'attenzione maggiore al dettaglio e un maggior coinvolgimento psicologico. Situazione in cui mi sono trovato quando nella parte finale vediamo l'agente dell'FBI Denham nella metropolitana e prima che il mio cervello trovasse la strada per due battute di un dialogo avvenuto quasi un'ora e mezza prima, c'è voluto un po'. E' probabile che questa come molte altre scene nell'edizione originale saranno state più chiare e l'attore sarebbe riuscito a comunicare meglio con la platea. Il fatto che il film dovesse essere candidato agli Oscar di quest'anno ha probabilmente messo deleteria fretta all'editor, che in più occasioni ha lasciato tagli grossolani.
La regia di Scorsese è deludente: piatta, senza nessun azzardo che ci si aspetterebbe da un regista di questo calibro e, di nuovo, spesso i tempi sono troppo corti. Per quanto riguarda tutto ciò che non ho citato, è perché non si è distinto né nel bene né nel male. A partire da Rodrigo Prieto per la fotografia per finire a Margot Robbie, di cui ricorderemo bene ciò che basterà a farla andare avanti in questa carriera.



La passione dell'Academy per i film patriottici e pro-sogno americano non è mai stata un mistero, ma la candidatura del film a 5 statuette tra cui Miglior Regista e Miglior Film, sembra davvero piovuta dal cielo.
Il film è gradevole e consigliato, riesce a mostrarci in maniera lucida il mondo di depravazione e corruzione morale dietro le porte delle borse, immergendoci nel mare di droghe e baldoria andata a male al di là dei colletti bianchi. Non è chiaro se l'intento sia quello di celebrare o condannare Belfort, spesso dipinto come un martire del suo sogno, un uomo pronto a rischiare tutto pur di rimanere coerente e mantenere la promessa fatta a sé stesso. Tutta la goliardia lascia poco spazio a riflessioni sui danni collaterali delle mosse finanziare del “Lupo”. Il rapporto con i figli, con i genitori, le tasche degli investitori. Voglio essere fiducioso. Voglio credere che l'intento del regista fosse di mostrare questo mondo come lo si vedrebbe da dentro, dove tutti i danni collaterali perdono valore di fronte ai soldi e agli stupefacenti. E voglio credere che la possibilità di cogliere le amarezze e le lacrime sia delegata allo spettatore.
Purtroppo dal punto di vista tecnico ed estetico è ben lontano dal soddisfare. Un “filmetto” da Penny Stocks con un grande cast, molte pretese e pochi risultati, che trova forza nella cecità del pubblico di fronte alla lussuria, ai baccanali e al sollazzo.
Realizzato mediocremente, venduto brillantemente.


Se dovessi fare una classifica a punti direi 4/10. E due calorose mazzate in testa a Scorsese.



giovedì, febbraio 06, 2014

Lawrence Krauss

























La cosa sorprendente è che ogni atomo nel tuo corpo viene da una stella che è esplosa. E gli atomi nella tua mano sinistra vengono probabilmente da una stella differente da quella corrispondente alla tua mano destra. È la cosa più poetica che conosco della fisica. Tu sei polvere di stelle.
Voi non potreste essere qui se le stelle non fossero esplose, perché gli elementi che concernono l'evoluzione – il carbonio, l'azoto, l'ossigeno, il ferro – non furono creati all'inizio del tempo. Sono stati creati nella fornace nucleare delle stelle, e il solo modo perché si trovassero nel tuo corpo, non è se non che le stelle fossero così gentili da esplodere.

lunedì, febbraio 03, 2014

Harry e Hermione

 

















Lei, una studiosa e diligente, lui un ribelle audace. L'intelligenza del pensiero e quella dell'azione, la prudenza del cerebrale e il coraggio dell'istintivo. Un'illuminista che esalta la ragione e un romantico che esalta il sentimento, la potenza della mente si scontra con la potenza del cuore; anche Harry e Hermione sarebbero stati bene insieme.