- Come ci indica il
titolo (composto dalle lettere iniziali delle quattro basi azotate di
cui è costituito il DNA: adenina, guanina, citosina e timina) si tratta di un film di fantascienza, ambientato in un futuro prossimo; una società divisa
tra chi è nato geneticamente stabilito e chi con un patrimonio genetico
naturale. Esistono i validi, umani dal corredo genetico perfetto, che
ricoprono i ruoli più importanti della comunità e i non-validi delegati
ai lavori più modesti. Questa è la storia di Vincent, nato alla "vecchia maniera", senza intervento genetico, che ha ereditato lo stesso malore del padre che
potrebbe fermargli il cuore da giovane. Il suo strazio è che fin da
piccolo sogna lo spazio, ma non può realizzare il suo obiettivo per la sua insufficienza genetica, mentre il fratello Anthony, concepito in
seguito con la pianificazione, potrebbe farlo. La determinazione di
Vincent è tale che con uno stratagemma, aiutato da Jerome, individuo
perfetto che gli fornisce il corredo genetico adeguato, - ma costretto
alla sedia rotelle, l'imprevisto alieno alla natura e non calcolabile
con codici matematici- cercherà di entrare a Gattaca, ente che forma astonauti e
promuove missioni spaziali.
- La vicenda si tingerà di giallo e
avrà alcuni snodi narrativi ben gestiti, come ad esempio l'incontro con
la collega Irene. Uma Thurman fa il suo lavoro con semplicità, riuscendo a rendere molto bene il graduale approfondimento della psicologia del suo personaggio. Mentre l'evoluzione del carattere di Jerome è gestita sapientemente dal regista che indovina abilmente i tempi narrativi e Jude Law è bravo nel far trasparire le sue diverse sfaccettature. Infine l'interpretazione di Ehan Hawke sfiora quasi la perfezione; dalla mimica facciale, all'indicato contegno accorto e disciplinato, alla passione che si intuisce dietro la profonda introversione di Vincent. La sua figura emblematica è il simbolo della
rivolta di chi, umanamente dotato di grande forza di volontà, si batte
per capovolgere i dettami di questa società assurda, tentando di dimostrare come i
limiti che la natura ci impone possono essere aggirati e superati.
- Profondamente impegnato ed espressivo, con le raffinate musiche di Michael Nyman, ben intonate al racconto, il debutto alla
regia del neozelandese Andrew Niccol, d'annata 1997, merita di essere
considerato un classico del suo genere. Fantascienza “seria” alla
Ballard, piena di filosofia e morale, Gattaca è intensamente essenziale e minimalista, curato in ogni dettaglio,
con costumi e acconciature che fanno molto noir e una sceneggiatura solidissima, dove ogni battuta è fondamentale. Asciutto nelle
scenografie, fatto di una fotografia algida, che esalta tonalità spente durante il giorno, e luci e colori accesi durante la notte, con effetti speciali quasi a zero;
e proprio qui sta tutta la sua eleganza e misura. Una pellicola che va oltre l'immaginabile e riesce a tenerci sul filo del rasoio per
tutto il tempo, fino alla memorabile apoteosi finale. Alla
fine non finisce; alla fine, trovi un bacio.
Mmmh... mmmh... mmmhmmmh…
Chi è già
stato al cinema ad aggiornarsi su Martin Scorsese, già starà
immaginando la scena. Perché tutti ne parlano, tutti rimasti
incantati da “The Wolf Of Wall Street”, e l'espressione “sniffare
cocaina dal culo di una prostituta” spopola velocemente. Perdonate
la volgarità, ma se state leggendo una critica di questo film, non
credo abbiate problemi con il linguaggio spinto.
A quanto pare
Terence Winter, per la terza volta alla sceneggiatura
cinematografica, ha deciso di battere il record per il numero di
volte che viene pronunciata la parola “fuck” in un film narrativo
MA, ma... si è dimostrato all'altezza di tanti altri. 3 ore
abbastanza scorrevoli e piacevoli. Le scene sono molto ben costruite
e i momenti divertenti sicuramente non mancano. Non per questo, però,
impeccabile. Nella parte finale del film il ritmo è un po'
altalenante e del finale rimane oscura l'intenzione. Nel complesso
una piccola pecca che può anche essere trascurata.
Quinta collaborazione con Scorsese,
Leonardo Di Caprio evita ancora di deludere le platee. Con un fascino
ormai lontano da quello di Jack Dawson si cala in un personaggio che
riesce a gestire perfettamente in tutte le sue sfumature. Resa alla
perfezione la trasformazione del Jordan Belfort ragazzo normale nello
squalo, o meglio lupo, di Wall Street. Potrebbe recitare con una
benda sugli occhi, la sua bocca da sola riuscirebbe comunque ad
interpretare il film meglio di molti.
L'altra lode va al secondo
candidato alla statuetta: Jonah Hill. Stupendo nell'esprimere quella
che è stata una geniale scelta di casting e un ancora più geniale
sviluppo del personaggio di Donnie Azoff, l'aiutante magico proppiano
che trasporta e guida Jordan Belfort verso le più assurde
depravazioni.
Apprezzata l'apparizione di McConaughey che ci regala
una delle scene più belle del film, nonostante il personaggio sia il
classico americano del sud che per l'attore non deve essere un grosso
sforzo impersonare. Questo lo saprà soprattutto chi è abituato a
sentire la sua vera voce.
Passiamo alle note dolenti.
La
collaborazione tra Scorsese e l'editor Schoonmaker sembra giunta al
termine. Il montaggio originale del film è di 4 ore, troppe per le
sale, che sono state ridotte a 3 ma senza sofferenza per gli occhi.
Pare che l'editor abbia preferito perdere molti raccordi tra
altrettante inquadrature pur di lasciare qualche scena in più nel
montaggio finale. La pellicola è sicuramente veloce e non stanca, ma
talvolta qualche secondo in più avrebbe potuto rendere il tutto più
gradevole. Avrebbe concesso allo spettatore un'attenzione maggiore al
dettaglio e un maggior coinvolgimento psicologico. Situazione in cui
mi sono trovato quando nella parte finale vediamo l'agente dell'FBI
Denham nella metropolitana e prima che il mio cervello trovasse la
strada per due battute di un dialogo avvenuto quasi un'ora e mezza
prima, c'è voluto un po'. E' probabile che questa come molte altre
scene nell'edizione originale saranno state più chiare e l'attore
sarebbe riuscito a comunicare meglio con la platea. Il fatto che il
film dovesse essere candidato agli Oscar di quest'anno ha
probabilmente messo deleteria fretta all'editor, che in più
occasioni ha lasciato tagli grossolani.
La regia di Scorsese è
deludente: piatta, senza nessun azzardo che ci si aspetterebbe da un
regista di questo calibro e, di nuovo, spesso i tempi sono troppo
corti. Per quanto riguarda tutto ciò che non ho citato, è perché
non si è distinto né nel bene né nel male. A partire da Rodrigo
Prieto per la fotografia per finire a Margot Robbie, di cui
ricorderemo bene ciò che basterà a farla andare avanti in questa
carriera.
La passione dell'Academy per i film
patriottici e pro-sogno americano non è mai stata un mistero, ma la
candidatura del film a 5 statuette tra cui Miglior Regista e Miglior
Film, sembra davvero piovuta dal cielo.
Il film è gradevole e
consigliato, riesce a mostrarci in maniera lucida il mondo di
depravazione e corruzione morale dietro le porte delle borse,
immergendoci nel mare di droghe e baldoria andata a male al di là
dei colletti bianchi. Non è chiaro se l'intento sia quello di
celebrare o condannare Belfort, spesso dipinto come un martire
del suo sogno, un uomo pronto a rischiare tutto pur di rimanere
coerente e mantenere la promessa fatta a sé stesso. Tutta la
goliardia lascia poco spazio a riflessioni sui danni collaterali
delle mosse finanziare del “Lupo”. Il rapporto con i figli, con i
genitori, le tasche degli investitori. Voglio essere fiducioso.
Voglio credere che l'intento del regista fosse di mostrare questo
mondo come lo si vedrebbe da dentro, dove tutti i danni collaterali
perdono valore di fronte ai soldi e agli stupefacenti. E voglio
credere che la possibilità di cogliere le amarezze e le lacrime sia
delegata allo spettatore.
Purtroppo dal punto di vista tecnico ed
estetico è ben lontano dal soddisfare. Un “filmetto” da Penny
Stocks con un grande cast, molte pretese e pochi risultati, che trova
forza nella cecità del pubblico di fronte alla lussuria, ai
baccanali e al sollazzo.
Realizzato mediocremente, venduto
brillantemente.
Se dovessi fare una classifica a punti
direi 4/10. E due calorose mazzate in testa a Scorsese.
La cosa sorprendente è che ogni atomo nel tuo
corpo viene da una stella che è esplosa. E gli atomi nella tua mano
sinistra vengono probabilmente da una stella differente da quella
corrispondente alla tua mano destra. È la cosa più poetica che conosco della fisica. Tu sei polvere di stelle.
Voi non potreste essere qui se le stelle non fossero esplose, perché
gli elementi che concernono l'evoluzione – il carbonio, l'azoto,
l'ossigeno, il ferro – non furono creati all'inizio del tempo. Sono
stati creati nella fornace nucleare delle stelle, e il solo modo perché
si trovassero nel tuo corpo, non è se non che le stelle fossero così
gentili da esplodere.
Lei, una studiosa e diligente, lui un ribelle
audace. L'intelligenza del pensiero e quella dell'azione, la prudenza
del cerebrale e il coraggio dell'istintivo. Un'illuminista che esalta la
ragione e un romantico che esalta il sentimento, la potenza della mente
si scontra con la potenza del cuore; anche Harry e Hermione sarebbero
stati bene insieme.