giovedì, gennaio 08, 2015

martedì, novembre 04, 2014

venerdì, ottobre 17, 2014

Il ruggito del coniglio al Festival Internazionale del Film di Roma



Il ruggito del coniglio è decisamente la trasmissione radiofonica mattutina più divertente e geniale che esista. E se non la conoscete, se non l'avete ascoltata neanche una volta, credo che dovreste considerare l'idea di venire; vi assicuro che non ve ne pentirete!

giovedì, ottobre 02, 2014

A Knight's Tale

A inizio film, durante il battito di mani del pubblico al ritmo della canzone We Will Rock You dei Queen, si possono notare Brian May (chitarrista del gruppo) e Roger Meddows-Taylor (batterista del gruppo) battere le mani a tempo e cantare.

giovedì, settembre 18, 2014

L'indipendenza scozzese

Questo è un video intelligente, che vi aiuta a fare il punto della situazione sulla questione dell'indipendenza della Scozia! : https://www.youtube.com/watch?v=Dxk57J9EOpw

domenica, agosto 24, 2014

Il castello di Neuschwanstein

- Il castello di Neuschwanstein (in tedesco Schloss Neuschwanstein, letteralmente in italiano Il castello della Nuova Pietra del Cigno) è un castello costruito tra il 1869 e il 1886, situato nel Sud-ovest della Baviera nei pressi di Füssen, nella località di Schwangau. Commissionato dal re Ludovico II di Baviera come ritiro personale ed omaggio al genio del musicista Richard Wagner da lui particolarmente amato, Ludovico pagò per la costruzione del palazzo coi propri fondi senza accedere al tesoro di stato. Il re amava rimanere isolato dal mondo e questo luogo era divenuto per lui un rifugio personale, ma dopo la sua morte nel 1886 esso fu aperto subito al pubblico, desideroso di visitare quello che veniva decantato come un progetto fantasioso.

- Ha ispirato i castelli delle favole della Walt Disney, che lo prese a modello per alcuni tra i suoi più celebri film d'animazione: Biancaneve e i sette nani, Cenerentola, La bella addormentata nel bosco. Ha ispirato il castello di Pandora della serie anime I Cavalieri dello zodiaco, ad esclusione di Episode G. Nel castello sono stati ambientati innumerevoli film, ad esempio era il "palazzo di Vulgaria" nel film Chitty Chitty Bang Bang. Può essere annoverato fra i castelli e le fortezze più visitati in Europa: circa 1,4 milioni di visitatori all'anno, di cui 6000 al giorno solo in estate.

venerdì, agosto 22, 2014

La Beffa dell'Usuraio


Un signore di novantuno anni, con un simbolico ed essenziale ponte veneziano sopra di lui. Un vecchio animale solo e ancora pieno di una velenosa, avida determinazione a vivere. E’ uno di quei casi in cui l’attore e il personaggio si confondono: Shylock, l’usuraio ebreo protagonista-antagonista del Mercante di Venezia shakespeariano, e il suo interprete Giorgio Albertazzi, che lo scorso 15 agosto ha portato al teatro di Villa Adele ad Anzio la versione diretta da Giancarlo Marinelli (spettacolo che sarà replicato, da qui a novembre, in altre città italiane, tra cui Reggio Calabria, Roma, Palermo e Treviso). 

Di sicuro, la principale ragione della moltitudine di residenti e villeggianti accorsa ad assistere e ad applaudire è stata lui, il grande attore teatrale (e non solo), come dimostra l’ovazione che ha accolto il suo ingresso nei panni di Shylock. Oltrepassato il nono decennio di vita, Albertazzi continua a offrirsi al pubblico con una generosità e una passione che al contempo commuovono e mettono a disagio. E’ nudo, fragile, eppure lucido e crudelmente vivace. Senza pause smarrite tra le battute, con passi e movimenti piccoli, sorretti e prolungati dal bastone, Shylock è presente, duro e isolato dall’inizio alla fine, mentre tiene testa agli abitanti una Venezia che lo odia e di cui si beffa, o tenta di beffarsi. L’uomo dietro e dentro il ruolo non si spoglia del personaggio, ma attraverso di esso. E allora sentiamo l’accento toscano che emerge nei momenti di maggior concitazione drammatica (gli urli mentre cerca invano la figlia fuggita di casa, ad esempio). Ma non è una parodia, né l’ostentazione della propria soggettività di divo. E’ semplicemente condivisione di una condizione comune, quella del vecchio attore e quella del vecchio usuraio, entrambi segnati dall’inevitabile resa alle ragioni del dramma e a quelle della natura. Non ha più senso tenere le distanze, o dare l’illusione di una distanza. Shylock è destinato a perdere di fronte alla società dei cristiani, come l’uomo è destinato a cedere di fronte a forze più grandi di lui. 

E perciò, nel celeberrimo monologo “Non ha occhi, un ebreo?”, non vediamo l’esplosione del rancore vendicativo, ma piuttosto l’interrogazione desolata, amara, sarcastica, di una voce resa sempre più stanca e roca dagli anni, ma ancora in grado di contraddire, di accusare, di rivendicare il proprio essere al mondo. Così come è molto più l’autoironia, anziché la rabbia scomposta, ad emergere nel dialogo col servo-buffone che lo informa di come la figlia stia scialacquando senza pudore i beni paterni. Più che beffarsi di noi, dunque, l’ironia di questo Shylock-Albertazzi sembra rivolta prima di tutto verso se stesso. 

Uno Shylock che non è la sola ragione d’interesse del Mercante andato in scena. L’adattamento subito dal testo, infatti, arriva a mettere a disagio almeno quanto l’interpretazione dell’attore principale. E poiché il vero colpo è assestato nel finale, ci vediamo costretti ad avvisare dell’imminente spoiler. Nell’ultima scena il testo spettacolare ribalta clamorosamente le premesse di quello scritto. In entrambi, le due mogli Porzia e Nerissa, approfittando del loro travestimento da giuristi maschi, hanno messo alla prova la fedeltà dei rispettivi mariti facendosi consegnare gli anelli che i due uomini avevano giurato, in nome del proprio legame amoroso e coniugale, di non dare via. Ma se la conclusione shakespeariana vede le coppie riconciliarsi dopo che le donne hanno avuto la soddisfazione di beffarsi dei propri mariti, nel finale di questa versione la frattura non è affatto sanata: le mogli escono di scena cariche di autentico dolore e delusione, più che di semplice irritazione. Perché hanno avuto la conferma dell’amarissima verità che sottende l’intera opera, quella scritta da Shakespeare come quella messa in scena: la realtà e l’apparenza non coincidono, mai. 

Le parole, anche quelle del cuore e dei giuramenti, sono simulacri effimeri laddove persino i testi della legge e dei contratti possono essere indirizzati dall’abilità di un avvocato verso effetti opposti. L’inganno, la falsità, l’ipocrisia, sono le uniche istituzioni indubitabili della società. Almeno, di questa società. La società rappresentata emblematicamente dalla Venezia cinquecentesca, dove tutti portano una maschera, e non solo durante il Carnevale. La società di quelli che Shylock-Albertazzi chiama sprezzantemente “cristiani”, con un’emissione di voce che è quasi un sospiro corrosivo e malinconico. Già, perché in questo mondo di ruoli dentro i ruoli, di verità non dette e celate dal proprio opposto, l’unico che pare non nascondere la propria natura, in entrambi i testi, è proprio Shylock. L’emarginato, l’usuraio, il “cattivo”. L’ebreo. E in questo nuovo finale, dove tutti sono sconfitti, la beffa dei cristiani si ritorce contro i carnefici. Una conclusione che, pur ribaltando la lettera del testo shakespeariano, fa propria l’anima acida e sgradevole del dramma, e la porta alle estreme conseguenze. La beffa di Shylock ai danni dei cristiani è fallita, almeno per lui; quella dello spettacolo è riuscita. Senza risparmiare nessuno.

venerdì, agosto 08, 2014

Saprò aspettare

Ho aspettato tanto. Una sola canzone accettabile e un paio di video (di rara bellezza) non sono sufficienti per dei musicisti del vostro valore; questo è il secondo album di seguito che toppate. Ritrovate l'ispirazione, ritrovate voi stessi, ricordatevi chi siete. Chi ha inciso Viva la vida, uno dei cd pop/rock più belli dell'ultimo decennio? Voi avete fatto quel disco e potete farne un altro che lo eguagli, potete farne un altro che lo superi; saprò aspettare.

lunedì, agosto 04, 2014

Tron Legacy

Sarebbe stato ottimo se non fosse stato per la misera caratterizzazione psicologica dei personaggi e la piattezza della sceneggiatura; per il resto la scenografia, la fotografia di Claudio Miranda, i costumi, la colonna sonora dei Daft Punk, l'azione e lo spettacolo audiovisivo sono eccelsi.

sabato, agosto 02, 2014

Come va?

Come va?

1. Icaro: “Uno schianto”
2. Proserpina: “Mi sento giù”
3. Prometeo: “Mi rode…”
4. Teseo: “Finché mi danno corda…”
5. Edipo: “La mamma è contenta”
6. Damocle: “Potrebbe andar peggio”
7. Priapo: “Cazzi miei”
8. Ulisse: “Siamo a cavallo”
9. Omero: “Me la vedo nera”
10. Eraclito: “Va, va…”
11. Parmenide: “Non va”
12. Talete: “Ho l’acqua alla gola”
13. Epimenide: “Mentirei se glielo dicessi”
14. Gorgia: “Mah!”
15. Demostene: “Difficile a dirsi”
16. Pitagora: “Tutto quadra”
17. Ippocrate: “Finché c’è la salute…”
18. Socrate: “Non so”
19. Diogene: “Da cani”
20. Platone: “Idealmente”
21. Aristotele: “Mi sento in forma”
22. Plotino: “Da Dio”
23. Catilina: “Finché dura…”
24. Epicuro: “Di traverso”
25. Muzio Scevola: “Se solo mi dessero una mano…”
26. Attilio Regolo: “Sono in una botte di ferro”
27. Fabio Massimo: “Un momento…”
28. Giulio Cesare: “Sa, si vive per i figli, e poi marzo è il mio mese preferito…”
29. Lucifero: “Come Dio comanda”
30. Giobbe: “Non mi lamento, basta aver pazienza”
31. Geremia: “Sapesse, ora le dico…”
32. Noè: “Guardi che mare…”
33. Onan: “Mi accontento”
34. Mosè: “Facendo le corna…”
35. Cheope: “A me basta un posticino al sole…”
36. Sheherazade: “In breve, ora le dico…”
37. Boezio: “Mi consolo”
38. Carlo Magno: “Francamente bene”
39. Dante: “Sono al settimo cielo”
40. Giovanna d’Arco: “Si suda”
41. San Tommaso: “Tutto sommato bene”
42. Erasmo: “Bene da matti”
43. Colombo: “Si tira avanti”
44. Lucrezia Borgia: “Prima beve qualcosa?”
45. Giordano Bruno: “Infinitamente bene”
46. Lorenzo de’ Medici: “Magnificamente”
47. Cartesio: “Bene, penso”
48. Berkeley: “Bene, mi sembra”
49. Hume: “Credo bene”
50. Pascal: “Sa, ho tanti pensieri…”
51. Enrico VIII: “Io bene, è mia moglie che…”
52. Galileo: “Gira bene”
53. Torricelli: “Tra alti e bassi”
54. Pontorno: “In una bella maniera”
55. Desdemona: “Dormo tra due guanciali…”
56. Newton: “Regolarmente”
57. Leibniz: “Non potrebbe andar meglio”
58. Spinoza: “In sostanza, bene”
59. Hobbes: “Tempo da lupi”
60. Vico: “Va e viene”
61. Papin: “Ho la pressione alta”
62. Montgolfier: “Ho la pressione bassa”
63. Franklin: “Mi sento elettrizzato”
64. Robespierre: “Cè da perderci la testa”
65. Marat: “Un bagno”
66. Casanova: “Vengo”
67. Goethe: “C’è poca luce”
68. Beethoven: “Non mi sento bene”
69. Shubert: “Non mi interrompa, per Dio”
70. Novalis: “Un sogno”
71. Leopardi: “Sfotte?”
72. Foscolo: “Dopo morto, meglio”
73. Manzoni: “Grazie a Dio, bene”
74. Sacher-Masoch: “Grazie a Dio, male”
75. Sade: “A me bene”
76. D’Alambert e Diderot: “Non si può dire in due parole”
77. Kant: “Situazione critica”
78. Hegel: “In sintesi, bene”
79. Schopenhauer: “La volontà non manca”
80. Cambronne: “Boccaccia mia…”
81. Marx: “Andrà meglio…”
82. Carlo Alberto: “A carte 48”
83. Paganini: “L’ho già detto”
84. Darwin: “Ci si adatta”
85. Livingstone: “Mi sento un po’ perso”
86. Nievo: “Le dirò, da piccolo…”
87. Nietzsche: “Al di là del bene, grazie”
88. Mallarme’: “Sono andato in bianco”
89. Proust: “Diamo tempo al tempo”
90. Henry James: “Secondo i punti di vista”
91. Kafka: “Mi sento un verme”
92. Musil: “Così così”
93. Joyce: “Fine yes yes yes”
94. Nobel: “Sono in pieno boom”
95. Larousse: “In poche parole, male”
96. Curie: “Sono raggiante”
97. Dracula: “Sono in vena”
98. Croce: “Non possiamo non dirci in buone condizioni di spirito”
99. Picasso: “Va a periodi”
100. Lenin: “Cosa vuole che faccia?”
101. Hitler: “Forse ho trovato la soluzione”
102. Heisemberg: “Dipende”
103. Pirandello: “Secondo chi?”
104. Sotheby: “D’incanto”
105. Bloch: “Spero bene”
106. Freud: “Dica lei”
107. D’Annunzio: “Va che è un piacere”
108. Popper: “Provi che vado male”
109. Ungaretti: “Bene (a capo) grazie”
110. Fermi: “O la va o la spacca”
111. Camus: “Di peste”
112. Matusalemme: “Tiro a campare”
113. Lazzaro: “Mi sento rivivere”
114. Giuda: “Al bacio”
115. Ponzio Pilato: “Fate voi”
116. San Pietro: “Mi sento un cerchio alla testa”
117. Nerone: “Guardi che luce”
118. Maometto: “Male, vado in montagna”
119. Savonarola: “E’ il fumo che mi fa male”
120. Orlando “Scusi, vado di furia”
121. Cyrano: “A naso, bene”
122. Volta: “Più o meno”
123. Pietro Micca: “Non ha letto che è vietato fumare”
124. Jacquard: “Faccio la spola”
125. Malthus: “Cè una ressa…”
126. Bellini: “Secondo la norma”
127. Lumiere: “Attento al treno!”
128. Gandhi: “L’appetito non manca”
129. Agatha Christie: “Indovini”
130. Einstein: “Rispetto a chi?”
131. Stakanov: “Non vedo l’ora che arrivi ferragosto…”
132. Rubbia: “Come fisico, bene”
133. Sig.ra Riello: “Sono stufa!”
134. La Palisse: “Va esattamente nella maniera in cui va”
135. Shakespeare: “Ho un problema: va bene o non va bene?”
136. Alice: “Una meraviglia”
137. Dr. Zap: “Bene, la sai l’ultima?”
138. Verga: “Di malavoglia”
139: Heidegger: “Quante chiacchiere!”
140. Grimm: “Una favola!

(Umberto Eco) ("Il secondo diario minimo") (1992)